giovedì 27 giugno 2013

La morte, le scelte, il valore dei soldi

Volevo scrivere dei soldi.
Per scrivere del valore dei soldi ho pensato di dover parlare della morte.
Ho pensato al fatto che in una certa vulgata popolare i soldi sono considerati sinonimo di materialismo, una porta aperta verso l'avidità.
E poi di pensiero in pensiero ho pensato che:
ci sono ricchi avidi e poveri generosi;
ci sono ricchi generosi e poveri avidi.
Che nella cultura vedica, madre di molte culture antiche, i soldi sono energia;
che l'energia può essere utilizzata bene o male.
E come in continuità diretta nella mia mente si stava formando un'altra riflessione, stimolata da eventi avvenuti recentemente.
Mi sono chiesta cosa vorrò avere dietro di me sul punto di morte:
Una vita di titubanze, vissuta aspettando arrivasse il mio momento?
Una vita di desideri, vissuta proiettata verso un futuro di felicità (un domani che, diventato oggi, perdeva sempre - inesorabilmente - di importanza)?
Giorni interi passati a rendermi conto di tante splendide cose, tutte vere, tutte belle, ma talmente vere e belle da avere quasi paura di viverle?
Giorni interi passati a sentirmi in fondo sempre inadeguata, quasi sbagliata, troppo distante da un certo modello di me?

Quello che mi piacerebbe è vincere su questa mia mente troppo prolifica di ipotesi.
Vorrei vincerla e affascinarla con il potere di ciò che in me è più vitale.
Metterla alle mie dipendenze e chiederle di aiutarmi a costruire la versione più interessante, appagante, brillante, luminosa, di vita che mi sia mai immaginata di poter realmente vivere.

E quella visione VIVERLA!

PS Non sono tutta di un pezzo. Sto imparando. Lo dico a me stessa e lo confesso in questo blog.

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