venerdì 14 giugno 2013

Qual è il nostro dovere? Chi lo decide?


"Non ho mai tempo per me"
"Mi piacerebbe fare quella cosa ma costa troppo"
"Verrei ma sono troppo stanca-stanco"

Quante volte troviamo delle giustificazioni per non guardare la nostra situazione?
Quante volte cerchiamo ostacoli esterni per non chiederci quali sono le nostre reali priorità?
Quante volte non ascoltiamo i messaggi che ci arrivano da noi stessi sotto forma di stati d'animo apparentemente inspiegabili, disagi fisici o mentali dapprima lievi poi sempre più massicci, dimenticanze apparentemente casuali, parole apparentemente sfuggite di bocca, motivetti musicali che chissà perché ci vengono in mente di punto in bianco...

Come un motivetto, che mi risuona nella mente ogni tanto, quando improvvisamente mi trovo a inseguire un pensiero: "nessuno mi può giudicare nemmeno tu". Ma è poi COSI' importante quello che pensano gli altri? E' davvero essenziale piacere agli altri?
Per meglio dire: è davvero essenziale CAMBIARE, SIMULARE, ATTEGGIARSI per piacere agli altri?

Ma: e se fosse il contrario? Se essere la versione più sincera e autentica di sé, imparando a comunicare ciò che si è nel modo più sincero possibile (non un semplice e generico "lasciarsi andare") fosse di ispirazione anche per gli altri? Una SINCERITA' CHE NON FERISCE.

Se spogliarsi di rigidità INUTILI fosse di liberatorio stimolo anche per chi ci osserva?

Se essere se stessi fosse una via da percorrere e non un miraggio impossibile in una società sempre più complessa, anzi complicata?

Dietro agli atteggiamenti cosa c'è? Dobbiamo forse aver paura di trovare qualcosa di incontrollabile dentro di noi? Dobbiamo muoverci nel mondo come eterni estranei a noi stessi, incapaci di sostare un attimo in nostra compagnia?

Si tratta davvero di doveri?

In che sogno viviamo? In che immagine di mondo viviamo?

Scelgo la strada del dubbio riguardo a questi presunti doveri.

Scelgo la strada dell'incertezza rispetto alla certezza dei ruoli già scritti.

Scelgo la strada del non-giudizio rispetto a quel rassicurante "aver già capito tutto".

A voi!



Nessun commento:

Posta un commento